I toscani Savini Tartufi portano nella ragione sociale stessa la loro principale sfera d’azione, ma spaziano attorno ai prodotti di gastronomia con vedute ampie.
Non hanno paura di “mettere via” queste pesche embrionali, facili da scambiare per olive. Raccolte quando ancora il nocciolo non ha lignificato, sono passate in una leggera salamoia acetica, e poi conservate sott’olio.
Potente l’aroma di tartufo: la varietà è il Tuber Aestivum – cioè il tartufo nero – ma il profumo è decisamente travolgente. Aperte a metà o in spicchi le peschiole sono un aperitivo additivante: una tira l’altra. Le peschiole sono sode, quasi croccanti, regalano un gusto asprigno e verde, non allappante ma acchiappante. La somiglianza con le olive verdi – ricordano le Bella di Cerignola – è molto forte almeno fino a quando le tagli, che il digradare della polpa ricorda più facilmente il frutto. Curiose ma potabili, chiamano la mano con insistenza. Accompagnate da un bicchiere buono irretiscono davvero.
L’unico problema è smettere.